Slavonski Brod racconta una storia che sarebbe piaciuta senza dubbio a Dino Buzzati, perché è la storia di un microcosmo, una fortezza poderosa che non subì mai attacchi nemici e alla fine venne smantellata. Per raccontarla bisogna procedere con ordine, perché è una storia abbastanza lontana dagli stereotipi del turismo di mare in Croazia che quest’anno con oltre 100 milioni di pernottamenti ha superato il record assoluto, con un aumento del 12% rispetto allo scorso anno, come ha dichiarato il Ministro del Turismo Gari Cappelli, originario di Lussino-Losinj e ben noto anche in Italia per aver vissuto a lungo a Trieste con il ruolo di console della Repubblica croata.
La storia
Cominciamo dall’inizio: la Slavonia è una regione della Croazia orientale, formata per lo più da fertili aree pianeggianti con alcuni rilievi collinosi. Risulta percorsa da grandi fiumi e delimitata a nord dal fiume Drava, a sud dalla Sava e a est dal Danubio. Il paesaggio si presenta punteggiato da grandi foreste, in prevalenza di Quercus robur slavonica, la quercia da cui si ottiene il famoso rovere di Slavonia con cui si producono botti esportate in tutta Europa per l’invecchiamento di grandi vini rossi; l’agricoltura forma un settore economico ancora molto attivo, con numerose coltivazioni a frumento e a mais nelle ampie pianure della regione.
Il centro più importante è rappresentato da Osijek, mentre le altre città più note sono Vinkovci e Vukovar, oltre appunto a Slavonski Brod. La Slavonia va annoverata tra le regioni meno note, perlomeno ai turisti italiani che si affollano in estate in Istria e sulla lunga costa adriatica della Dalmazia, ma non risulta difficile da raggiungere: dal confine italiano orientale sono circa 4 ore di macchina, con una comoda autostrada che dopo aver attraversato tutta la Slovenia tocca la capitale croata Zagabria e si avvia poi in direzione sud-est, addentrandosi nella penisola balcanica. Nel corso dei secoli i confini di questa regione sono mutati più volte. Originariamente parte della provincia romana della Pannonia, nel VII° secolo qui si costituì un primo stato slavo abitato dai croati e alleato degli Avari. Nel X° secolo la Slavonia venne inclusa nel neocostituito Regno di Croazia, con l’incoronazione di re Tomislao I nel 925, poi nel 1091 fu conquistata e annessa al Regno d’Ungheria. Nel Medioevo rimase in parte provincia vassalla dell’Ungheria, fino alla conquista degli Ottomani nel 1526. Successivamente gli Asburgo la liberarono dai turchi in base al trattato di Karlowitz del 1699. Rimase austroungarica fino alla fine della prima guerra mondiale, e si riunì quindi al Regno e nel secondo dopoguerra alla Repubblica Jugoslava, fino all’indipendenza della Croazia del giugno 1991.
La fortezza
Nel turbolento periodo di confronto tra l’Impero Asburgico e l’Impero Ottomano, che vide il grande condottiero italiano Eugenio di Savoia baluardo della civiltà cristiana a difesa dell’avanzata musulmana nel cuore d’Europa fino alle porte di Vienna, l’Austria costruì tra il 1715 e il 1780 sul fiume Sava un poderoso sistema difensivo, basato su un complesso di fortezze imperiali composto dalle città barocche di Osijek e Stara Gradiška, nonché da un punto strategico di transito del fiume Sava che, controllando il valico di confine verso la Turchia, collegava importanti vie commerciali. Questa località all’epoca era nota semplicemente come Brod, in lingua croata significa ‘nave’, ma anche ‘guado’. Non per niente il nome del luogo in epoca romana era Marsonia, che sembra derivare da un’antica radice indoeuropea significante “acquitrino”. A Brod l’esercito austriaco, avvalendosi di manodopera locale, fece costruire un’enorme fortezza barocca dalla forma di stella regolare, progettata secondo il sistema dell’architetto militare francese Vauban, i cui canoni dominavano all’epoca.
Originariamente aveva forma quadrata, con un sistema di fossati difensivi e una cinta di fortificazioni interne ed esterne, che le diede ben presto la forma stellare dettata dal terreno pianeggiante e da numerosi terrapieni rialzati, occupanti un’area complessiva di 33 ettari. Veniva protetta anche da una doppia zona di canali, con acqua portata dal vicino fiume Sava, e da rivellini triangolari per difendere i bastioni principali. Costruita in mattoni, legno e in parte pietra, la fortezza poteva accogliere 4000 soldati, in prevalenza di fanteria, con 150 cannoni. Poiché il comando militare non permetteva di costruire case con materiali solidi, in quanto tutta la cittadina risultava a portata dei canoni della fortezza, fino al XIX° secolo il centro abitato di Brod appena fuori le mura fu costruito con piccole casette di legno e argilla, coperte da assicelle o tavole di legno: in caso di eventuale attacco turco le case avrebbero dovuto essere distrutte per permettere all’artiglieria di avere terreno libero attorno alla fortezza, esposto al tiro dei cannoni. L’attacco dei turchi tanto temuto non arrivò mai: usata come alloggiamento militare fin nel ‘900, oggi le numerose strutture conservate e ben restaurate ricordano i tempi passati e la quotidiana vita militare che si svolgeva al suo interno. Al centro della spianata della fortezza si trova la chiesetta barocca di Sant’Anna: nel vasto comprensorio, aperto liberamente alla visita, oggi si tengono manifestazioni culturali e vengono organizzate anche animazioni in costumi d’epoca e visite guidate ai vari ambienti ricostruiti.
Il turismo
Oggi il nome della città, sesta in Croazia per grandezza con 60 mila abitanti, è Slavonski Brod, in contrapposizione a Bosanski Brod, la Brod bosniaca che si trova appena al di là del fiume. Qui infatti ancora oggi si trova un importante valico di passaggio del fiume Sava, il quale segna il confine tra Croazia e Bosnia-Erzegovina. La città è nodo di traffico commerciale, ferroviario e stradale, oltre a disporre di un attivo porto fluviale. Un po’ fuori dal centro dispone anche di una spiaggia, su un’ampia riva alberata lungo il fiume molto frequentata dai locali in estate. Negli ultimi anni la sua economia si sta riconvertendo, dal comparto agricolo e industriale al turismo: presenta una vasta piazza centrale con una grande fontana moderna, contornata da aggraziati edifici di inizio ‘900 a due piani, intitolata a Ivana Brlić-Mažuranić, una scrittrice locale di favole per bambini molto amata in Croazia, la cui casa si trova appunto all’angolo della piazza, aperta da un lato sul lungofiume della Sava. Sulla piazza si affaccia anche il quattro stelle Hotel Savus (www.savus-hotel.com), con bar e ristorante molto frequentato anche dai locali. Sede di manifestazioni ed eventi culturali, la piazza con le sue gallerie, caffè, ristoranti e negozi è anche luogo del passeggio domenicale, insieme al lungofiume alberato chiamano dai locali ‘Kej’.
Seguendo questa passeggiata per poche centinaia di metri, ben prima di arrivare alla zona degli impianti sportivi dove ha cominciato la sua carriera di calciatore Mario Mandžukić nativo appunto di qui, si arriva a una piazzetta dove prospetta l’alto edificio della caserma dei vigili del fuoco, nonché la facciata settecentesca del convento francescano, uno degli edifici barocchi più imponenti della Slavonia, con molti altari e dipinti notevoli nella chiesa della Santissima Trinità, una sacrestia tutta in legno intagliato e un sereno chiostro interno su cui si aprono il refettorio dei frati, la biblioteca e una cappella. Nel 1720 qui venne istituita una facoltà di Filosofia, mentre oggi va a merito dei frati francescani la conduzione del liceo-ginnasio, ospitato in un edificio appena restaurato all’interno della Fortezza. Altre attrattive turistiche della città sono il Museo dei Tamburi, la casa-museo nella quale soggiornò il poeta Dragutin Tadijanović, uno zoo a Ruščica e tra le istituzioni culturali la galleria artistica di Branko Ružić, scultore originario di Slavonski Brod, la quale ospita la prima mostra permanente dedicata all’arte contemporanea croata della seconda metà del XX° secolo, con oltre 400 opere esposte.
La città si estende anche sui leggeri pendii del monte Dilj dove, tra filari di vigneti, si trovano diverse case di campagna e comprensori agrituristici “eco-etno”, per valorizzare la cultura rurale del territorio. Ce ne sono diversi, adatti anche per meeting, eventi, banchetti, team building o semplicemente un pranzo domenicale in famiglia, in mezzo alla campagna. Tra questi appena un paio di chilometri fuori città c’è l’Eko-Etno Salaš Savus, una casa decorata nello stile dello spazio e della Slavonia, ben attrezzata in quanto a impianti sportivi con diversi campi da calcio, pallavolo, bocce, un campo pratica di golf, chilometri di passeggiate organizzate e percorsi da jogging nel bosco. Le specialità culinarie nazionali, tipicamente a base di carne, ma anche di pesce di fiume, qui sono cucinate davanti agli occhi degli ospiti, secondo le ricette tradizionali con braci di legna di rovere. Il cibo viene servito in piatti di vecchia ceramica smaltata e la cantina offre una varietà di vini e brandy croati. Attrezzato anche per il catering, l’agriturismo sta completando la costruzione di quattro camere nel verde, con confort moderni ma rivestimenti antichi, ottenuti acquistando e reimpiegando vecchi mattoni e vecchie travi di legno, per mantenere l’atmosfera della tradizione.
Info: Ente Turismo Slavonski Brod – Tel. 00385 35 408393
e-mail: turisticka-zajednica.bpz@sb.t-com.hr – tic@tzgsb.hr – www.tzgsb.hr
Testo/Leonardo Felician – Foto/Leonardo Felician e Google Immagini