Situata nel centro della Provenza, Arles si presenta come una delle città francesi più amate e più visitate dai turisti italiani. Non fa meraviglia perché, iscritta sulla lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco dal 1981, Arles è la città che annovera la maggior quantità di monumenti romani dopo Roma. La città vanta infatti una storia antica: emporio commerciale greco fondato dai coloni di Massalia, oggi Marsiglia, grazie alla sua posizione strategica di porto fluviale all’inizio del delta del Rodano, divenne sotto Giulio Cesare una delle più fiorenti città romane delle Gallie e tale rimase fino all’epoca di Costantino. Nell’alto medioevo fu centro politico, economico e religioso e capitale di uno stato esteso per gran parte della Francia centro-meridionale. La sua importanza viene dimostrata dai fatti: qui Federico Barbarossa venne per farsi incoronare imperatore nel 1178, con una solenne cerimonia nella cattedrale di Saint-Trophime costruita tra il 1100 e il 1152, uno dei monumenti più importanti del romanico provenzale con uno scenografico portale, un chiostro in pietra traforata e un severo interno da poco restaurato. Si trova su place de la République, cuore della vita cittadina, dominato dalla facciata del municipio e dalla chiesa di Sant’Anna ricostruita nel 1627. L’obelisco di fronte al municipio era stato posto originariamente nel IV secolo d.C. nel circo romano e fu trasferito in questa piazza nel 1676.
Solo pochi passi di stradette pedonali, dove è ancora riconoscibile l’impianto della città romana con cardo e decumano incrociate ad angolo retto, separano la piazza dalla zona monumentale del teatro e dell’anfiteatro romano, qui chiamato Les Arènes: entrambi costituiscono un eccezionale palcoscenico per spettacoli estivi, sia di musica classica e moderna, sia di corsa camarghese, legata a un’antica tradizione con i tori meno cruenta della corrida spagnola. L’avvenimento, molto sentito dalla popolazione locale, va in scena a Les Arènes il primo lunedì di luglio davanti a 12 mila spettatori. Desta meraviglia vedere le testimonianze di questo anfiteatro trasformato in epoca medioevale in originale quartiere fortificato, con abitazioni addossate ancora abitate nel XIX secolo, quando furono sventuratamente demolite.
L’itinerario romano di Arles, da percorrere a piedi perché il centro storico è piccolo e quasi tutto pedonale, comprende anche le terme di Costantino e les Alyscamps, una necropoli situata lungo l’antica via Aurelia utilizzata in età romana e medievale, con centinaia di sarcofagi allineati. Citata da Dante nel nono canto dell’Inferno (“Sì come ad Arli, ove Rodano stagna/sì com’a Pola, presso del Carnaro/ch’Italia chiude e suoi termini bagna/fanno i sepulcri tutt’il loco varo”), era una tappa obbligata per i pellegrinaggi sul cammino di Santiago de Compostela. La visita più sorprendente sono però i criptoportici, cui si accede da sotto il palazzo del municipio. Sono tre gallerie sotterranee a volta disposte a U e perfettamente conservate. La loro funzione era di sostenere il foro all’epoca di Roma repubblicana, sostenendo la piazza disposta su un terreno in pendio. A partire del V secolo il foro fu abbandonato e alcune parti dei criptoportici utilizzate come cantine, poi cadute in disuso; sono stati ritrovati e resi agibili solo nel 1951. Proprio lungo la riva del fiume, raggiungibile a piedi, ma meglio in macchina o con il bus, si trova il Museo Dipartimentale di Arles Antica, sul luogo in cui sono visibili le vestigia del circo romano, edificato nel 149 d.C. sotto l’imperatore Antonino Pio. E’ un luogo di interesse eccezionale, una vera e propria scoperta anche per chi conosce a fondo l’arte romana.
Nel 1983 l’architetto Henri Ciriani progettò questo museo, destinato a raccogliere le numerose testimonianze prima custodite in luoghi diversi. La forma triangolare dell’edificio dalle linee nitide e il colore blu della facciata si scorgono da lontano. Conserva una dovizia di sarcofagi, bassorilievi, statuaria, gioielli, e mosaici mozzafiato, tra cui l’unica statua con volto autenticamente attribuito a Giulio Cesare, ripescata di recente dal fiume Rodano dove le acque e il limo l’hanno custodita per due millenni. Recenti scavi subacquei, ben raccontati in un emozionante filmato, mostrano come gli archeologi-sommozzatori abbiano trovato e riportato alla luce una grande chiatta gallo-romana con carico e materiale di bordo, lingotti di piombo, anfore di vario tipo, una statua di Nettuno e un bassorilievo degli imballatori, un ritrovamento finora unico nel mondo romano.
La matrice cultura di Arles non è però soltanto romana: il romanico e il gotico vi hanno lasciato tracce preziose. Qualche edificio rinascimentale si fa scorgere qua e là nel centro storico: la Torre dell’Orologio del 1555 inglobata nel municipio, le due torri della Porte de la Cavalerie poco più tarde e i monumentali palazzi aristocratici di Varadier Saint-Andiol, Arlatan, Laval-Castellane. Fuori Arles, il comune più grande della Francia metropolitana esteso per una quarantina di chilometri a sud fino al mar Mediterraneo, la riserva del parco nazionale della Camargue farà la gioia di chi ama la natura. Il territorio incontaminato del delta del Rodano figura tra le aree umide meglio preservate d’Europa, essenziale per l’ecosistema degli uccelli migratori. A pochi chilometri dalla città in direzione nord-est si trova l’Abbazia romanica di Montmajour (www.abbaye-montmajour.fr/), anch’essa inserita nella lista del patrimoni mondiali dell’umanità. La comunità monastica si costituì e prosperò a partire dal X secolo. L’edificio più antico è una chiesa costruita intorno al 1040, in parte scavata nella roccia, mentre l’abbazia in stile romanico a una sola navata fu costruita nel XII secolo. Si visita anche il chiostro con ricca decorazione, la sala capitolare, il refettorio e la torre difensiva trecentesca. Il sito viene gestito da Monuments Nationaux (www.monuments-nationaux.fr), la più importante organizzazione per la salvaguardia e la valorizzazione dei grandi siti d’arte in Francia.
Arles e la sua gente sono state fonti di ispirazione per letterati, musicisti e pittori: basta ricordare L’Arlésienne, un racconto di Alphonse Daudet musicato da Georges Bizet, nonché i quadri dedicati da Vincent van Gogh alla città, tutti famosissimi: dal ritratto dell’Arlesienne appunto al famoso caffè ancor oggi aperto in place du Forum, dal celeberrimo ponte di Langlois appena fuori città in direzione della Camargue al chiostro fiorito dell’antico ospedale costruito tra il 1573 e il 1680 e oggi trasformato in centro culturale.
Per facilitare la visita dei monumenti di questo eccezionale patrimonio culturale, in una cittadina di appena 50 mila abitanti, l’Ufficio del Turismo di Arles offre numerosi circuiti tematici e percorsi di visita su misura. I suggerimenti vanno da mezza giornata a tre giorni, con visite guidate e animazioni nei monumenti, guide professionali multilingue per gruppi e per individuali e una App per Android e IOS. Sono predisposte anche due formule a forfait: il Pass Liberté valido un mese permette di visitare 4 monumenti a scelta, nonché il museo Réattu, che espone anche alcuni disegni di Picasso, e un altro museo a scelta. Il Pass Avantage invece costa solo 4 euro in più ma risulta valido 6 mesi e permette di scoprire tutti i monumenti e tutti i musei della città. Con questi pass i ragazzi fino a 18 anni non pagano gli ingressi se accompagnati da un familiare.
Per alloggiare in città o nei dintorni si può contare su un’ampia scelta con ottimi indirizzi in tutte le categorie, dalle due alle cinque stelle. Va scoperto in una viuzza del centro vicino al Teatro e a Les Arènes l’Hotel Amphiteatre (www.hotelamphitheatre.fr), ricavato da alcune contigue case del Seicento, dove con diverse scale interne sono state ricavate in tutto 33 camere, una diversa dall’altra. Non c’è l’ascensore, ma l’arrampicata alla suite Belvedere nella torretta e il panorama sui tetti della città ripaga della fatica per raggiungerla. Al piano terra oltre alla piccola reception ci sono alcuni saloni da conversazione, una stanza per la prima colazione e un piccolo giardino-patio.
Info: it.france.fr – www.arlestourisme.com – www.france.fr – tel. 02 58 48 655
Testo/Leonardo Felician – Foto/Google Immagini e Leonardo Felician