Lione costituisce la terza città della Francia per abitanti, dopo Parigi e Marsiglia: così vicina all’Italia per posizione, ma anche per cultura, appare meno conosciuta dai turisti italiani rispetto a quanto meriterebbe. Dista soltanto 210 chilometri dal Piemonte e la si raggiunge in poco più di due ore di macchina, dal tunnel autostradale del Fréjus. Capoluogo della vasta regione dell’ Auvergne-Rhone-Alpes, è una città efficiente, comoda, ricca di attrattive culturali del passato ma al tempo stesso anche proiettata nel futuro, dove si può dimenticare la macchina e spostarsi con quattro linee di metropolitana, due funicolari, cinque linee di comodi tram e 120 di autobus. La Lyon City Card da uno, due, tre giorni o quattro giorni da vent’anni a questa parte rappresenta il mezzo più comodo per esplorare la città, facendo uso di mezzi pubblici puliti e frequenti e con entrata gratuita in 23 musei, comprese le esposizioni temporanee.
Lione vanta una storia antica: la confluenza di due grandi fiumi, il Rodano e la Saona, forma una penisola che fu abitata da diverse popolazioni in tempi antichi; proprio sulla sua punta si apre oggi il Museo delle Confluenze, evocativo nel nome così come nella sua architettura avveniristica che invita i visitatori ad andare indietro nel tempo per riscoprire la storia e la geografia dell’umanità. Su questa penisola l’Hotel de la Ville, l’Opera, il Palais Saint-Pierre e la fontana Bartholdi sono i monumenti più emblematici e piazza Bellecour, con al centro la statua equestre di re Luigi XIV, viene considerata la piazza pedonale più grande d’Europa. A pochi passi il Grand-Hotel-Dieu è un vasto spazio pubblico restituito alla città dopo un’accurata ristrutturazione: ospita negozi, ristoranti ed un mercato di prelibatezze gastronomiche.
Nelle stradine pedonali del quartiere si trovano infine palazzi dalle imponenti facciate, bei negozi e grandi alberghi come il Boscolo Lyon, di proprietà italiana, da poco ristrutturato e riaperto. Procedendo verso il quartiere della Croix-Rousse si incontra place de Terraux, dove un’antica abbazia del XVII secolo con grande chiostro interno ospita le collezioni del Museo di Belle Arti di Lione. Pittura, scultura, oggetti d’arte, monete e medaglie, incisioni e opere di grafica sono qui raccolte su 7000 metri quadrati in 70 sale, per testimoniare 5000 anni di sviluppo artistico dall’antichità ai giorni nostri. Dai sarcofagi egiziani al medioevo, dal rinascimento agli impressionisti, i percorsi tematici si intrecciano ed è bene riservare un tempo sufficiente a questa visita, per non perdersi capolavori di Veronese, Rubens, Rembrandt, Ingres, Renoir, Monet, Gaugin, Chagall, Matisse, Picasso, fino a giungere a Pierre Soulages, il centenario pittore francese di Rodez ancora vivente, noto per la sua esplorazione di tutte le sfumature di “nero”.
Insediamento gallico prima di diventare città romana, grazie alla sua posizione di punto di passaggio tra nord e sud della Francia e al tempo stesso tra est e ovest, Lione mantenne nel medio Evo una grande importanza, testimoniata da numerosi edifici rimasti. I rapporti con l’Italia furono intensi nel XVI secolo, quando i banchieri fiorentini stanziatisi in città vi portarono lo stile delle costruzioni rinascimentali nel quartiere oggi noto come Vieux Lyon: una pagina importante della storia della città fu scritta anche all’epoca della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, perché il tessuto urbano di questo quartiere offriva oltre 300 passaggi segreti chiamati “traboules” ancor oggi visibili, con corti e gallerie nascoste tra gli edifici per passare da una strada all’altra.
Una passeggiata urbana attraverso 2000 anni di storia si sviluppa ammirando il patrimonio architettonico secolare di una città, il cui centro storico con 500 ettari figura iscritto da vent’anni nel patrimonio mondiale dell’Unesco. Tutti i giorni dal padiglione dell’Ufficio del Turismo parte una visita guidata a piedi ben commentata, sul tema “Da Bellecour alla vecchia Lione”, che permette di scoprire i suggestivi quartieri sulle due rive della Saona, sulla penisola e di fronte ai piedi della collina della Fourvière, dominata da una cattedrale di Notre-Dame che ricorda come posizione e stile le Sacré-Coeur parigino. Ai piedi della collina si trova la cattedrale di Saint-Jean, intitolata in realtà a San Giovanni Battista e Santo Stefano, in stile romanico-gotico con un orologio astronomico del XIV secolo. Chi ha ancora voglia di musei ne trova in città diversi, che val la pena di visitare: il museo della Civilizzazione Gallo-Romana, il museo dei Tessuti, il museo delle Arti Decorative, il museo di Storia Naturale, il museo Storico di Lione, il museo della Stampa e della Banca ed il centro di documentazione storica sulla Resistenza e la Deportazione.
Lione risulta conosciuta in Francia, e non soltanto, come una città leader nella gastronomia. Conta infatti ben 4.000 ristoranti censiti, ma soprattutto una tradizione di cucina semplice e generosa, si potrebbe dire casalinga, che data indietro al XVII secolo. La tradizione di questi piatti appare ancora viva oggi nei ristorantini del centro, identificati dal marchio Les Bouchon Lyonnais a garanzia del rispetto dei prodotti, delle ricette e della specificità della cucina lionese, ma anche dell’ambiente e dell’accoglienza. Oggi la tradizione dei bouchons viene rivisitata da giovani chef creativi, che coltivano gli stessi valori di convivialità, semplicità, generosità e genuinità dei prodotti. Ma Lione è anche la patria di Paul Bocuse, lo chef del secolo, come fu soprannominato dalla guida Gault-et-Millau: questo mito della cucina francese scomparso nel 2018 dopo una carriera inimitabile, ha mantenuto 50 anni, mezzo secolo consecutivo, le tre stelle Michelin che onorano i più grandi chef del mondo.
I prodotti del territorio dominano comunque nella cucina di una città ubicata al centro di importanti zone di produzione di pollami, vini, frutta e verdure: la Cité Internationale de la Gastronomie rappresenta infatti il luogo di convergenza delle migliori esperienze regionali in tutta la filiera alimentare, dall’agricoltura all’industria agroalimentare, dalla ristorazione all’ospitalità turistica. Anche nel settore enologico Lione eccelle. A breve distanza dal centro si stendono vigneti a perdita d’occhio e si possono visitare numerose cantine con vini molto noti: il Beaujolais ed i suoi cru, la valle del Rodano con i vini della Côte Rhone, ma anche i vigneti di Roanne, dell’Alvernia e della Savoia. I vigneti punteggiano e colorano il territorio della regione, e dalla loro complessità nasce una ricchezza di sfumature di vini rossi, bianchi, rosati, fermi e con bollicine, delicati, fruttati, corposi o tannici, in una varietà di gusti che merita la scoperta.
Durante tutto l’arco dell’anno Lione organizza manifestazioni, esposizioni e festival culturali, musicali, d’arte, di danza o di gastronomia, capaci di attirare numeri importanti di visitatori da tutta la Francia e dall’estero. Ad anni alterni si tiene la biennale della danza e quella d’arte contemporanea. Ad ottobre si organizza il Festival Lumière, dedicato alla storia del cinema, che proprio qui nacque: anche lontano da questo avvenimento, gli appassionati non devono perdere la visita dell’Istituto dedicato ai fratelli Lumière, un vero museo vivente del cinema. Dal 4 all’8 dicembre invece si tiene un festival delle luci, con artistiche installazioni luminose per le vie e per le piazze della città: la manifestazione è cresciuta fino a diventare per i cittadini l’evento più importante dell’anno.
Info: www.france.fr – www.lyon-france.com – stampa@atout-france.fr – tel. 02 58 48 655 –
Testo/foto Leonardo Felician