Se non siete scienziati polari, difficilmente potrete vantare di aver messo piede in Antartide, l’ultimo vasto luogo selvaggio e incontaminato rimasto sul pianeta e l’unico continente a non essere mai stato colonizzato dall’uomo. L’esplorazione delle terre emerse che si estendono a attorno al Polo Sud, quasi interamente coperte dal maggior sistema glaciale del mondo (il 90 % del ghiaccio terrestre e il 70 % delle risorse d’acqua dolce), è cominciata soltanto ai primi del 1900 e dalla metà del secolo hanno iniziato a sorgere una quarantina di costose basi scientifiche, dove operano geologi, glaciologi, meteorologi, biologi, fisici e tecnici, attive soprattutto durante la breve estate australe (da novembre a febbraio, quando la temperatura si aggira attorno a 0° C). Dal 2003 hanno cominciato timidamente ad approdarvi anche un altro genere di persone, i turisti-esploratori, attratti dal fascino e dal mistero di una terra incognita, l’ultima del pianeta, ma dall’indubbia suggestione. Poche decine di migliaia di persone finora, che hanno pensato di sfruttare la presenza in loco di confortevoli e sicure navi oceanografiche da ricerche per esplorare un tratto di costa di un continente per altro inaccessibile, le quali a loro volta possono in tal modo finanziare in parte le loro attività scientifiche.
Tra le tante soluzioni possibili segnaliamo il rompighiaccio danese Ocean Nova, una nave da ricerca oceanografica costruita in Danimarca nel 1992 con scafo rinforzato per la navigazione tra i ghiacci. Dotata dei più moderni sistemi di sicurezza, ospita un massimo di 62 passeggeri alloggiati in cabine esterne con servizi privati e oblò su tre ponti e dispone di ristorante, bar, palestra e infermeria; lo staff, tra cui un medico, è coadiuvato da un equipaggio con grande esperienza di rotte polari e spedizioni antartiche. Le giornate di navigazione – quasi 24 ore di luce continua – vengono scandite da conferenze dei ricercatori (in inglese e spagnolo) e dalla preparazione agli sbarchi giornalieri per le escursioni in gommone e a terra su isole, banchise, baie e canali. In precedenza per raggiungere l’Antartide occorrevano lunghe e monotone giornate di navigazione nel tempestoso mare di Drake, partendo da Punta Arenas nell’estremità meridionale del Cile, il punto più vicino tra i due continenti. Oggi lo si può fare con due ore di un volo speciale su un aereo da 60 posti, usato per gli avvicendamenti e i rifornimenti alle basi scientifiche, con atterraggio nella base militare Frei sull’isola di King George, nell’arcipelago delle Shetland Australi. Ovviamente una proposta riservata unicamente a grandi viaggiatori, e non soltanto per i costi.
Cosa c’è da vedere in Antartide? Infinite distese di ghiaccio, sempre diverse e mai monotone, dove spesso si fa fatica a distinguere tra terra e mare data la variabilità stagionale della banchisa, le coste alte con baie, insenature e canali che si insinuano all’interno, scogliere di ghiaccio a picco sul mare, le isole che vi fanno corona, uccelli e mammiferi marini ai quali non siamo propriamente abituati, enormi iceberg alla deriva (quelli maggiori possono superare in dimensioni la Corsica), l’attività dei ricercatori nelle loro basi, quella delle navi pescherecce in mare e la vita su un rompighiaccio. Non poco per un continente di ghiaccio. L’Antartide, grande due volte l’Australia (e anche molto più dell’Europa), è il continente quasi rotondo più meridionale che occupa la calotta polare antartica (Polo Sud terrestre), circondata dagli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico; il continente che più gli si avvicina è la punta meridionale dell’America del Sud, distante comunque 1.130 km dalla protesa penisola antartica. Conta 23 mila km di coste, nell’insieme uniformi ma in alcuni tratti interrotte da fiordi e insenature, in grado di ospitare anche due grandi mari interni, circondate da una serie di isole e ghiacci galleggianti. Morfologicamente risulta formata da vastissimi altopiani, ad una altezza media di 2.250 m (compreso lo spessore dei ghiacci di circa 2/3, con uno spessore medio di 1.600 m ma che può arrivare fino a 4.500), solcati da catene montuose che arrivano fino a 5.140 m e coni vulcanici attivi alti anche 3.784 m. Vanta alcuni primati: la temperatura più bassa in assoluto (-89,6°C), la velocità massima del vento (300 km/h) e il ghiacciaio più esteso al mondo (il Lambert, lungo 64 km con una larghezza di 402); l’ampia zona delle cosiddette Valli Aride (3 mila kmq, quanto la Valle d’Aosta) è talmente secca che non vi piove da almeno 2 milioni di anni e anche i ghiacciai sono spariti da gran tempo. Un’ampia fascia circostante viene protetta come parco marino per tutelare la straordinaria ricchezza della fauna, in primis balene e balenottere, ma anche minuscoli crostacei e il prezioso plancton.
L’interno cela consistenti giacimenti minerari, in particolare carbone, ferro, nikel, manganese, uranio, e petrolio in mare. Durante la breve estate la media della temperatura oscilla attorno allo zero, ma durante il lungo inverno – quando è buio per 24 ore al giorno -può scendere fino a –78°C; piogge quasi nulle e scarse le precipitazioni nevose; si tratta del continente più freddo ma anche più arido in assoluto, tecnicamente definibile come un deserto. In presenza di simili condizioni non vi sono ovviamente insediamenti umani permanenti, se non le già citate basi scientifiche nazionali, compresa quella italiana di Baia Terra Nova. La flora annovera unicamente alghe, muschi e licheni, presenti solo nelle aree non coperte in permanenza da ghiacci (non oltre l’ 1-2 %); la fauna registra invece uccelli marini (pinguini, albatros, papua, macaroni, procellaria, ossifraga, cormorani imperiali) e mammiferi marini (balene e balenottere, delfini, foche, elefanti e leoni di mare) e pesci. L’intero territorio è governato da un trattato internazionale che, per la fragilità ecologica dell’ambiente, ne impone la assoluta smilitarizzazione e l’utilizzazione a scopi esclusivamente pacifici, con divieto di sfruttamento delle risorse minerali.
L’Antartide è l’unico continente del quale fu ipotizzata l’esistenza ben prima della sua scoperta, addirittura con Pitagora e Aristotele, diversi secoli prima di Cristo. Il navigatore inglese James Cook fu il primo nel 1773 ad attraversare il Circolo Polare Antartico ed a circumnavigare il continente, senza però mai avvistare terra. Primi a vederlo furono i partecipanti ad una spedizione russa nel 1820, ma la cosa non destò particolare interesse in giro per il mondo. Nel 1898 una nave belga che nutriva l’ambizione di esplorarlo visse una difficile avventura: rimase intrappolata tra i ghiacci per 377 giorni e l’equipaggio si salvò a stento nutrendosi di foche e pinguini per tutto il tempo. All’inizio del XX sec. iniziò la competizione internazionale per arrivare primi al Polo Sud: dopo parecchie tragiche imprese ci riuscì nel 1911 il norvegese Amundsen, seguito 23 giorni dopo dall’inglese Scott, il quale perì sulla via del ritorno con tutti i suoi compagni. Poi, prima dell’installazioni delle basi scientifiche nella seconda metà del secolo, le sue acque videro all’opera i balenieri: si calcola che dal 1904 al 1966 vi siano state pescate ben 170 mila balene; e qualcuno tenta di farlo ancora oggi.
La più singolare scoperta, e anche uno dei maggiori misteri dell’Antartide , è costituita dalla presenza di consistenti laghi sotterranei ubicati a migliaia di metri sotto la coltre ghiacciata. Se ne conoscono almeno una settantina, situati tra la base del deposito glaciale e il substrato roccioso, e nessuno è stato finora fisicamente raggiunto per evitare contaminazioni. Sono immani depositi d’acqua dolce formatisi milioni di anni fa, scoperti mediante indagini geofisiche, con caratteristiche assai peculiari: pressione di 350 atmosfere, concentrazione di ossigeno 50 volte superiori a quelle delle acque di superficie, temperature di –1-2°C e totale assenza di luce. Gli studiosi si chiedono se acque tanto particolari possano ospitare una qualche forma di vita. Quello maggiore è il lago Vostok, ubicato presso l’omonima base russa: situato sotto uno strato di 3.700-4.100 metri di ghiaccio, è grande quanto la Corsica e profondo 5-600 m; si tratta del maggiore e del più antico lago sotterraneo del pianeta, forse collegato ad altri bacini da una rete di fiumi subglaciali e subisce addirittura delle maree di 1-2 centimetri.
In Italia ci sono diversi tour operator che propongono pacchetti con voli e crociere, di diverse durate e con prezzi differenti, anche a seconda del periodo e della sistemazione a bordo, con prezzi non sempre accessibili per tutte le tasche. Tra questi Ruta 40 (www.ruta40.it/antartide/crociere.php) offre un’ampia selezione da 6.435 a 11.895 euro, Dreamlines (www.dreamlines.it/crociere-antartide) con durate da 10 a 19 giorni, Mastroviaggiatore (www.mastroviaggiatore.it/) 10 notti/13 giorni con volo da 6.850 euro, Serena Tourist (www.serenatourist.it/) per crociere da 6.950 a 20.140 euro, e poi Giver (www.giverviaggi.com/) fino a 21 giorni, e Earth (www.earthviaggi.it/).
Testo/Giulio Badini – Foto/Google Immagini