La possibilità per un fotografo di visitare luoghi e ambienti abbandonati – e di poterlo fare trasformando la visita in un’indagine minuziosa – conduce a risultati tra loro collegati dalle riflessioni che la visita stessa suggerisce. Anzitutto il passato e lo splendore che ha animato questi ambienti in rovina; le tracce che permangono, infatti, rievocano anni di luminosità, magnificenza, vita vissuta. Tutto questo contrasta però con il senso di vuoto e di silenzio che, unitamente ai segni disgregatori del tempo, sono visibili oggi. Sensazioni che accompagnano il visitatore e ripropongono visioni e ricordi riferibili a un antico splendore. Evidente dicotomia: da un lato il tempo apparentemente fermo, in attesa di un improbabile ritorno agli antichi fasti; dall’altro il tempo che fugge inesorabile e divora ogni cosa.
Ville, palazzi nobiliari, castelli e fabbriche sono le mete predilette per l’esplorazione urbana: quando si entra in questi luoghi non è raro scoprire oggetti dimenticati, fermi nella loro staticità, quasi fossero in attesa del ritorno del legittimo proprietario. Sono luoghi che recano in sé affascinanti e misteriose storie di vita quotidiana che la fantasia può trasporre in storie d’amore, tradimenti, tracolli finanziari, finanche omicidi! È certo: i fantasmi delle anime che hanno popolato questi ambienti vagano sospesi…accompagnando l’occasionale ospite verso inusuali pensieri. Non tutte le storie dei vecchi edifici hanno finali tristi; qualche volta e per fortuna questi luoghi incontrano una storia a lieto fine che li salva dall’abbandono e dal conseguente degrado.
Villa Zanelli, Savona
Magnifico edificio Liberty del 1907, fatto costruire dal Cap. Nicolò Zanelli per la moglie, su progetto dell’architetto Pietro Fenoglio. Abbandonato dal 1998, attualmente in fase di recupero. Villa Zanelli appare misteriosa e decadente, forse abitata da fantasmi timorosi di dover perdere quanto prima una residenza così privilegiata! Una volta varcata la soglia d’ingresso, si entra in un’ambiente semibuio, e si avverte forte il sibilo del vento che entra dalla torretta sulla sommità, scendendo dallo scalone centrale: altro segno di decadenza e di “mistero”, le lame di luce che filtrano dalle tapparelle sconnesse delle finestre, e i colpi di porte e finestre sbattute dal vento. Dalla torretta della villa il panorama è splendido: l’intera città di Savona e il mare. Leggende locali raccontano che di notte l’anima del capitano venga costantemente cercata dal fantasma della consorte, spaziando sull’orizzonte che circonda la villa.
Grand Hotel Campo dei Fiori, Varese
L’imponente struttura costruita nei primi anni del Novecento su progetto dell’architetto Giuseppe Sommaruga è stata definita dai varesini “il gigante addormentato in cima alla montagna. In effetti l’hotel è un magnifico esempio di architettura Liberty edificato a strapiombo sulla montagna che domina dall’alto l’intera città di Varese. Nel corso della Belle Epoque Campo dei Fiori costituiva il punto di riferimento per il turismo, attivo fino agli anni Sessanta; dopodiché è divenuto base per ripetitori e antenne televisive.
Di recente, nei locali interni, è stato girato il remake del film Suspiria, diretto da Luca Guadagnino, anche perché all’interno dell’hotel si respira, complice il tempo trascorso, un’atmosfera tetra e misteriosa, favorita questa dal rincorrersi di ampi spazi, saloni, lunghi interminabili che conducono alle varie stanze; un insieme di interni che culminano nella scenografica scalinata pentagonale, dotata di una magnifica ringhiera in ferro battuto. Dal bellissimo salone centrale a doppia altezza, completamente finestrato, si gode una vista splendida sulle valli; nelle giornate particolarmente serene e ventose, si arriva a scorgere anche la città di Milano.
Note sull’Autore
Luigi Matteoni, fotografo e grafico, nasce a Milano nel 1996. Dopo essersi diplomato in grafica pubblicitaria, si avvicina sempre più alla fotografia, favorita questa dalla grande passione per l’arte e l’architettura. Specializzato in fotografia dell’Architettura del Novecento, sia Liberty che Razionalista, vanta un repertorio ricco di pubblicazioni su diversi libri d’arte, magazine online, reportage fotografici, testimoniati da una corposa rassegna stampa.
Ama viaggiare e documentarsi, sia in Italia che all’estero, alla ricerca di luoghi d’architettura Liberty e di esplorazione urbana (URBEX), con il proposito di fissare attraverso gli scatti la bellezza dell’abbandono e il fascino della decadenza dei luoghi che sceglie, sempre in bilico tra passato e presente; luoghi apparentemente statici nella loro immobilità temporale. L’intendimento è quello di fotografare realtà di luoghi speciali che verrebbero altrimenti divorati dal tempo che passa.
Testo e foto/ Luigi Matteoni