Più di un secolo e non sentirlo. Soprattutto quando, nonostante una data di nascita fissata nel lontano 1910, con la forza dell’antica gioventù si inerpica fino agli oltre duemila metri della sua stazione più alta, a Ospizio Bernina, o quando compie senza un fremito, e soprattutto senza rovesciarsi, le acrobazie lungo il famoso viadotto elicoidale di Brusio, un capolavoro di ingegneria ma, agli occhi dei passeggeri, anche una sfida alle più elementari leggi della fisica. E’ la ferrovia del Bernina con i suoi trenini rossi, folclore ed alta tecnologia capace di farne un sogno alla portata di grandi e piccini. Riconosciuta nel 2008 dall’Unesco ed inserita nella sua World Heritage List, la linea assurta al rango di Patrimonio dell’Umanità costituisce l’unica tratta ferroviaria svizzera che attraversa le Alpi da nord a sud a cielo aperto: 61 chilometri di raffinata ingegneria disegnati davanti alla montagna più alta dei Grigioni, per collegare in un viaggio da sogno Tirano (429 metri sul livello del mare), uno dei centri più importanti della Valtellina, a Saint Moritz (1775 metri), una delle più note località turistiche svizzere.
Un percorso che arriva a raggiungere pendenze del 70 per cento senza l’aiuto della cremagliera e superando i 1800 metri di dislivello fra ponti e gallerie in soli 22 chilometri in linea d’aria fra Tirano e l’altezza massima di Ospizio Bernina. In mezzo c’è un’esperienza indimenticabile, che chiunque può concedersi. Perché viaggiare sui trenini della ferrovia in alta quota, ammirando laghi, valli e ghiacciai capaci di cambiare colore con il ritmo delle stagioni, risulta un piacere alla portata di tutti. Si parte da Tirano e in due ore, se si scelgono i moderni treni BEX (Bernina Express con carrozze panoramiche), si arriva a Saint Moritz, viaggiando comodamente con il naso incollato ai vetri. In mezzo una decina di fermate: si può scendere e decidere di concedersi una passeggiata, per poi prendere il treno successivo. Non tutte le carrozze sono panoramiche: si può scegliere il comodo viaggio in carrozze ultramoderne con effetto en plen air all’andata, per poi fare ritorno sui treni più semplici, risparmiando sul prezzo del biglietto. Il panorama si presenta mozzafiato, sia che si scelga di viaggiare in estate, dove i colori sfumano dal verde al blu di alcuni laghi, sia che si opti per le suggestioni dell’inverno, quando tutto risulta candido e lo stesso lago di Saint Moritz diventa una tavola di giaccio incantata, da attraversare sui pattini come in una favola di Natale.
Subito dopo Tirano, un tempo parte del Cantone dei Grigioni, un paio di fermate (Campocologno e Campascio) e poi subito il brivido del viadotto elicoidale di Brusio, una costruzione ardita ed ingegnosa. Solo attraverso questa invenzione – con un viadotto in pietra che si sviluppa a quarto di cerchio per una lunghezza di 110 metri – è stato infatti possibile superare un notevole dislivello in uno spazio limitato. Un’opera avveniristica del secolo passato, se si pensa che la ferrovia del Bernina ha già festeggiato i 100 anni di vita. Se il viadotto costituisce uno dei simboli della ferrovia, dopo il brivido si arriva alla più tranquillizzante località di Miralago, una piccola contrada dominata dalla chiesa di San Gottardo, affacciata sul lago nato da una frana di origini molto antiche. Fermata successiva a Poschiavo (1014 metri), la cittadina più importante della valle, famosa per i suoi palazzi in stile rinascimentale. Furono costruiti dai poschiavini rientrati dopo avere fatto fortuna, prima emigrando verso la Serenissima Repubblica di Venezia e poi verso la Spagna, la Francia e l’Inghilterra, fino ad arrivare in Russia. Grazie alla ferrovia retica e alla costruzione nell’Ottocento dell’albergo termale di Le Prese, Poschiavo viene visitata ogni anno da migliaia di persone: nel 2016 è entrata nel circuito dei Borghi più belli della Svizzera.
La tappa successiva porta alle centrali idroelettriche di Palü e Cavaglia, costruite a partire dal 1926. A Cavaglia è possibile visitare anche il famoso giardino dei ghiacciai, noto anche come “le marmitte dei giganti” per il fenomeno causato dalla pressione dell’acqua preistorica del ghiacciaio, che ha imprigionato le pietre in movimento nella parete rocciosa. Tornati in carrozza, si arriva poi all’Alp Grümm (2091 metri). La stazione, costruita nel 1923, include un ristorante ed offre una vista unica: dal ghiacciaio Palü, passando dall’omonimo lago fino ad arrivare alle Alpi italiane della bergamasca. Il punto più alto si raggiunge più tardi, arrivando all’Ospizio Bernina, a 2253 metri. L’edificio della stazione ferroviaria e la locanda di montagna sono stati costruiti intorno al 1925. Questa stazione segna anche il confine linguistico tra la valle del sud di Poschiavo, dove si parla l’italiano, e l’Engadina, dove dominano il romancio ed il tedesco. Per secoli l’Ospizio Bernina è stato utilizzato come punto per la sosta ed il trasbordo delle merci tra due stati, ed ha rivestito un ruolo strategico nei collegamenti tra la Valtellina ed i Grigioni.
Imperdibile durante il viaggio la vista dei due laghi più particolari del percorso, il Lago Bianco e il Lago Nero (Lej Nair). Curioso il fatto che, seppur non distanti, il primo appartiene al bacino del Po, il secondo fluisce invece verso nord in direzione dell’Inn. Incantevole il colore dei due specchi d’acqua affacciati sul percorso del trenino, che fanno di questo tratto l’attraversamento alpino più bello del mondo, con acque chiarissime perché alimentate dai ghiacciai e dalle nevi disciolte, oltre ad avere un fondale prevalentemente costituito di roccia e sabbia. Chi vuole immergersi nella natura e godersi lo spettacolo potrà scendere anche a Lagalb o a Diavolezza, due fermate che portano il viaggiatore davanti ai punti più panoramici di tutta la zona, la cima di Lagalb e la Forcella del Diavolezza, raggiungibili grazie ad un servizio di funivia. Vista mozzafiato e leggenda rendono ancora più affascinante il Diavolezza: secondo le antiche narrazioni popolari, su queste pendici viveva una bellissima fatina, la quale faceva perdere il senso dell’orientamento e le tracce ai viandanti, facendoli scomparire per sempre. Ancora stupore quando si arriva a Morteratsch, il maestoso ghiacciaio incastonato fra i monti Piz Zupò, Cresta Guzza e Piz Bernina.
La natura lascia spazio all’uomo a Pontresina (1774), villaggio ai piedi del Piz Bernina con la sua cima a 4048 metri di altezza. Qui si è parlato anche dell’arrivo degli arabi, ipotizzando che il nome Pontresina derivi da pons sarasina, ossia ponte dei saraceni. Certo è invece che nel 1850 l’antico villaggio rurale attirò gli inglesi per la prima scalata al Piz Bernina, trasformandosi in una nota destinazione turistica con la nascita di hotel leggendari. Subito dopo questa fermata è possibile effettuarne una a richiesta per raggiungere, usando la famosa funicolare, Muottas Muragl, con vista sulla famosissima piana dei laghi dell’Alta Engadina. Lasciato quest’angolo di paradiso si arriva a Celerina, soprannominata la piccola Milano a causa della presenza di tanti villeggianti milanesi. La stazione si trova a due passi dalla chiesa di origine greco-romana di S.Gian, simbolo del paese e delle zone engandinesi. Uno dei suoi campanili fu squarciato da un fulmine nel 1861 e non fu mai più ricostruito. Forma l’ultima fermata del trenino rosso prima di raggiungere la più snob Saint Moritz, capitale del lusso e della mondanità a 1775 metri sul livello del mare.
E’ questa una delle destinazioni turistiche più conosciute al mondo, grazie ad una storia turistica iniziata agli inizi del Novecento, quando divenne meta degli alpinisti inglesi e del turismo culturale. Cresciuta anche grazie alle virtù terapeutiche delle sue acque termali (che la resero tappa di grandi flussi di pellegrini, fino a raggiungere il clou nel Cinquecento), nel 1864 ha accolto due olimpiadi d’inverno e numerosi campionati mondiali di sci e di bob. Oltre ai grandi alberghi ed ai prezzi alle stelle (in franchi svizzeri, per giunta), restano l’incanto del lago e della sua passeggiata con la vista sulle montagne, e la sferzata dell’aria frizzantina capace di spirare anche d’estate, ricordando ai suoi frequentatori di trovarsi a pochi metri dal cielo.
Info e prenotazioni: www.rhb.ch – www.bernina-express.com – www.treninorosso.it – www.trenino-rosso-bernina.it – Per compiere l’intero percorso Tirano – Saint Moritz occorre essere in possesso di documenti per l’espatrio.
Testo Monica Guzzi – Foto Monica Guzzi e Google Immagini