In occasione del ventesimo anniversario dell’apertura del Museo nazionale del cinema (www.museocinema.it) alla Mole Antonelliana e della nascita della Film commission Torino Piemonte (www.fctp.it), il capoluogo piemontese diventa la Città del cinema 2020 (www.torinocittadelcinema2020.it). Un legame a doppio filo quello tra Torino e il cinema, che da un lato si manifesta nell’accoppiata tra la Mole Antonelliana, simbolo della città, e il Museo nazionale del cinema, allogato all’interno, e, dall’altro, nei numerosi film che negli ultimi anni hanno plurimamente portato Torino – e, in particolare, il suo magnifico centro storico – su grande schermo. Non a caso, l’ultimo film di Gabriele Muccino, Gli anni più belli (2020), ha avuto la sua anteprima nazionale (gratuita) all’Ambrosio Cinecafè di Torino.
Dunque, in occasione dell’avvio del progetto Torino città del cinema 2020. Un film lungo un anno, il Museo nazionale del cinema ha voluto presentare la mostra Cinemaddosso: i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood (dal 14 febbraio al 15 giugno, ma, causa chiusura per il Coronavirus, la mostra è comunque visitabile on-line, dal 17 marzo, sull’apposito sito www.cinemaddosso.com), a cura di Elisabetta Bruscolini, direttrice della CSC Production del Centro sperimentale di cinematografia di Roma.
Cinema, moda e scenografia si fondono, nella fattispecie, per celebrare la gloriosa sartoria Annamode delle sorelle toscane Anna e Teresa Allegri, “due donne coraggiose – come afferma la curatrice della mostra – che per settant’anni, a fianco dei più famosi costumisti (Piero Tosi, Adriana Berselli, Sylvano Bussotti, Maria de Matteis, Milena Canonero), hanno contribuito a creare la magia del cinema e l’eccellenza del made in Italy, realizzando abiti d’alta sartoria per grandi produzioni cinematografiche nazionali e internazionali”. Un centinaio di costumi che sono apparsi in ben 40 film, un percorso espositivo dove ogni abito viene mostrato quasi come fosse un’opera d’arte e ampiamente narrato attraverso diversificati contributi: spezzoni di film, citazioni, pannelli multi-mediali e interattivi che permettono ai visitatori di ‘giocare’ con vari temi cinematografici. Lungo i 280 metri della sinuosa e avvolgente rampa della Mole Antonelliana scorrono così settant’anni – dalla Dolce Vita alla contemporaneità – di una vincente storia imprenditoriale al femminile, quella delle sorelle Allegri, che, con il loro lavoro, hanno reso internazionalmente nota la sartoria cineteatrale Annamode.
Una mostra che pare ‘volante’ o ‘sospesa’ grazie a un allestimento di forte impatto visivo, fantasmagorico e immersivo, firmato da Maria Teresa Pizzetti, e persino interattivo, grazie alle video-produzioni realizzate dallo studio Convertino e curate da Massimo Mazzanti.
Va così in scena buona parte parte dell’imperituro fascino della cosiddetta “industria dei sogni” grazie ai costumi indossati in grandi film – da Guerra e Pace (1956) di King Vidor a Matrimonio all’italiana (1964) di Vittorio De Sica; da Il mestiere delle armi (2001) di Ermanno Olmi a King Arthur (2017) di Guy Ritchie, l’ex-marito di Madonna; da Marie Antoinette (2006) di Sofia Coppola al Robin Hood (2010) di Ridley Scott – e ai più celebri attori: dall’abito in seta indossato da Sofia Loren quando s’avvinghiava a Marcello Mastroianni in Matrimonio all’italiana, all’uniforme da maresciallo di Vittorio De Sica in Pane, amore e fantasia; dal mantello bordato di pelliccia di Ingrid Bergman all’abito da sera di Charlotte Rampling; dalla giacca in pelle di Carlo Verdone all’abito principesco di Cristiana Capotondi, fino alle paillettes di Scarlett Johansson. Oltre, naturalmente, ad ulteriori e numerosi costumi di scena indossati da Vittorio Gassman, Elena Sofia Ricci, Fanny Ardant, Audrey Hepburn, Helen Hunt, Kristin Scott–Thomas.
Infine, nell’anno del centenario della nascita, un dovuto omaggio anche Federico Fellini, che nel 1968 aveva diretto l’episodio Toby Dammit del film, a sei mani, Tre passi nel delirio: in mostra a Torino l’intero guardaroba indossato da Terence Stamp, firmato dal celebre costumista Piero Tosi, scomparso lo scorso anno.
In occasione dell’esposizione (biglietto d’ingresso a 11 euro), anche un ‘progetto speciale’ specificatamente dedicato al Museo nazionale del Cinema e alla città di Torino: un abito ispirato alla Mole Antonelliana, che raccoglie tutte le lavorazioni più preziose cui la quotata sartoria romana ha dato vita nella sua lunga storia.
Museo nazionale del cinema
c/o Mole Antonelliana
via Montebello 20
10124 Torino
tel. 011 8138564
www.museocinema.it
orari: da lunedì a domenica 9-20,
sabato 9-23, martedì chiuso
Testo/Olivia Cremascoli – Foto/Museo nazionale del cinema, Torino