Non solo spiagge affollate. Fra il litorale veneto più noto al turista e l’entroterra c’è un paesaggio tutto da scoprire, fruibile anche nella stagione più fredda. Oltre ai paesaggi mozzafiato del Delta del Po, dai canneti da percorrere in barca alle ciclabili dove pedalare al tramonto, c’è un mondo millenario che oggi si può conoscere scavalcando le vetrine dei musei. Oggi anche il turista può diventare archeologo per un giorno.
La proposta suggestiva è stata resa possibile dal progetto europeo Value: il progetto di valorizzazione del patrimonio naturale e culturale si concluderà a dicembre del 2022 e vuole coniugare la parte archeologica a quella naturalistica del Delta del Po, proponendo a chi arriva un approccio a 360 gradi.
Le aree di principale interesse sono quelle di Adria e di San Basilio, dove da subito è possibile un approccio diretto ed esperenziale a ciò che fino a ieri veniva considerato materiale prezioso per addetti ai lavori. Il laboratorio “Vietato non toccare”, è uno dei più interessanti del Museo archeologico nazionale di Adria, in provincia di Rovigo. Questo museo, nato sull’area dell’antico villaggio etrusco di Adria, nella seconda metà del VI secolo a.C., è un ottimo punto di partenza per capire, attraverso i preziosi oggetti di bronzo, d’ambra e d’arte orafa e vetraria che custodisce, l’antica vocazione commerciale di quest’area all’interno del Mediterraneo. La storia di Adria (nasce da qui il nome Adriatico) è ricca e complessa: sorta come porto fluviale etrusco crocevia dei commerci con le navi provenienti dalla Grecia alla ricerca di materie prime come ambra baltica, argento e stagno, mantenne anche in età romana il ruolo di cerniera fra Oriente e Occidente. Il museo propone al visitatore bronzi e gioielli etruschi, ceramiche attiche a figure nere e a figure rosse e una straordinaria raccolta di vetri di epoca romana nota in tutto il mondo. Tra le chicche, l’Eracle di Contarina, un eroe la cui raffigurazione ebbe grande fortuna nel Delta, e la Tomba della Biga, emersa dalla necropoli del Canal Bianco scoperta nel ’38, dove al posto di resti umani sono custoditi tre cavalli sacrificati. Un museo che offre la possibilità di toccare alcuni reperti, proposti a chi arriva attraverso un laboratorio tattile guidato dall’archeologo: guardando un frammento di un oggetto nato migliaia di anni prima sarà possibile individuare cosa è stato, chi l’ha prodotto, a cosa serviva.
L’altro luogo dedicato al turismo archeologico è San Basilio, antico emporio greco-etrusco, dove è stata lanciata l’iniziativa Scavi Aperti. Qui infatti si può diventare archeologi per un giorno, un’altra attività esperienziale guidata questa volta dall’Università di Venezia negli scavi dell’antica stazione di posta d’epoca romana riemersa lungo la via Popillia (l’attuale Romea), costruita fra il 132 e il 131 a.C, antica strada di collegamento costiero fra Adria e Ravenna. Al visitatore interessato viene proposta un’attività di scavo fianco a fianco con gli studenti dell’Università Ca’ Foscari. Un’avventura di cui chiunque può diventare protagonista. San Basilio era nota anche per la quercia di Dante, che esisteva già ai tempi in cui il sommo poeta soggiornava dai monaci dell’abbazia di Pomposa. Ora la quercia è morta, ma alcuni suoi frammenti, con fotografie, conchiglie, acqua dolce e acqua salata, sono stati racchiusi in una installazione di “gocce di memoria”, dove le capsule sono in resina, a due passi dagli scavi.
Ma il Delta del Po è anche natura, impossibile non fare tappa al Giardino botanico litoraneo del Veneto di Caleri, a Rosolina Mare, riserva della biosfera dell’Unesco dal 2015, con 4 chilometri di percorsi tra terra e mare, acqua dolce e acqua salata, tra oltre 350 tipi di volatili e una straordinaria varietà botanica che si è saputa fare strada adattandosi al mare e al vento. Imperdibile anche una gita in bicicletta lungo la via delle Valli, uno dei più bei percorsi ciclabili in Europa. Fanno parte del pacchetto anche laboratori curiosi, da quello dell’ocarina (il laboratorio “La terra che suona” al Museo laboratorio le Ocarine del Po) all’Apiario del benessere dell’apicoltura Marangon.
E poi c’è l’accoglienza, all’Hotel Stella d’Italia di Adria, uno dei più antichi, o all’agriturismo Forzello a San Basilio, nella zona degli scavi, fino a Ca’ Ramello, dove si produce il pollo antibiotic free per Amadori, o ancora alle stanze attigue all’osteria Arcadia, a Santa Giulia. Qui, a pochi metri dal suggestivo ponte di barche, al termine di una navigazione tra i canneti, è possibile gustare la specialità della zona: l’ostrica rosa, garantita dal consorzio, una creatura di Alessio Greguoldo, l’uomo che ha creato un sistema meccanico per simulare le maree nella Sacca di Scardovari. Il colore rosa è quello della conchiglia, una specialità nata dal mix di acqua dolce e acqua salata. Tornando a casa, tappa all’antica trattoria “al Portico” di Conetta, che propone prodotti di qualità come il prosciutto crudo 36 mesi di Langhirano, la giardiniera fatta in casa e i funghi porcini. Un secolo di attività cominciata con i ristori offerti ai turisti al ritorno da una giornata al mare.
Info: www.parcodeltapo.org
www.fulviatour.com
Testo-foto/Monica Guzzi