Dal nobile tesoro enologico del Barolo ai profumi floreali dell’Arneis, fino all’esuberanza gioiosa delle bollicine dell’Asti.
In mezzo filari, colline, cantine e cattedrali sotterranee, custodi antiche di botti e bottiglie, paesaggi vitivinicoli proclamati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco come quelli delle Langhe, Roero e Monferrato.
Il Piemonte lega la sua immagine alla civiltà del vino e lo fa attraverso un super consorzio che in questi giorni ha rinnovato il proprio consiglio d’amministrazione, preparandosi alla scommessa della nuova stagione.
Il super consorzio ha un nome suggestivo, Piemonte Land of Perfection, una sorta di biglietto da visita di questa regione. Oggi infatti riunisce tutti i 14 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaft (il ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali), coprendo la quasi totalità della superficie vitivinicola regionale, pari a 44.200 ettari: Consorzio Alta Langa, Consorzio dell’Asti Docg, Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Consorzio Brachetto e Vini d’Acqui, Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Consorzio Docg Caluso e Doc Carema e Canavese, Consorzio Vini Colli Tortonesi, Consorzio Colline del Monferrato Casalese, Consorzio della Freisa di Chieri e Collina Torinese, Consorzio del Gavi, Consorzio Nebbioli Alto Piemonte, Consorzio dell’Ovada Docg, Consorzio Vini Pinerolese Doc, Consorzio del Roero, Vignaioli Piemontesi.
Un’unione strategica ormai consolidata, nata nel 2011 allo scopo di offrire un tavolo di confronto continuativo, dove individuare operatività e strategie comuni per valorizzare al meglio la produzione enologica piemontese in Italia e all’estero. Obiettivo principale di Piemonte Land of Perfection, armonizzare la promozione dei vini, dell’eccellenza agroalimentare e delle bellezze dei territori di produzione, perché il vino è uno dei principali ambasciatori di questa regione: apprezzato per le sue caratteristiche uniche e per la sua qualità, vanta un valore aggiunto che deriva dal profondo legame con i territori che lo producono.
Nei giorni scorsi Matteo Ascheri è stato eletto presidente di Piemonte Land of Perfection. Ad affiancare l’imprenditore delle omonime e storiche cantine di Bra (fondate nel 1880 in provincia di Cuneo), che è anche presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, ci saranno Filippo Mobrici (Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato) e Paolo Ricagno (Consorzio Brachetto e Vini d’Acqui), in qualità di vicepresidenti, oltre a nove consiglieri provenienti dagli altri consorzi e un sindaco revisore unico. La sfida del neopresidente punta sulla grande ricchezza del territorio e della sua offerta. “Ringrazio i membri del Consiglio per la fiducia che hanno voluto accordarmi – dichiara il neopresidente – e mi impegno fin da oggi a rappresentare pariteticamente tutto il comparto del vino piemontese, a prescindere dalle differenze che inevitabilmente esistono in una regione così ricca e composita come la nostra. Per questo, nel proseguire il lavoro promozionale fin qui svolto dai miei predecessori, che ringrazio, punterò a dare a ogni denominazione la massima importanza, valorizzandone le peculiarità all’interno di quella casa comune del vino piemontese rappresentata da Piemonte Land. L’affermazione della nostra produzione vitivinicola sul mercato nazionale e internazionale – conclude Ascheri – è una sfida che può essere vinta solamente evidenziando la grande ricchezza e biodiversità che si esprime in ogni singola denominazione piemontese”.
La posta in gioco è importante, soprattutto in un momento delicato per l’economia e il turismo eonogastronomico come questo.
Riguarda il futuro di una grande area, con superficie a vigneto estesa dalle province di Asti, Cuneo e Alessandria, fino alla fascia pedemontana e montana.
Attualmente oltre l’80 per cento della produzione enologica piemontese è costituita da vini a denominazione d’origine, di cui 17 DOCG e 42 DOC, prodotti da una ventina di vitigni autoctoni storici.
Un territorio, quello piemontese, il cui paesaggio è stato plasmato dalla mano dell’uomo e modellato dal lavoro a contatto con la terra, che ha permesso di creare paesaggi unici, riconosciuti dall’Unesco nel 2014. Luoghi capaci di rappresentare il vino al meglio grazie all’espressione dei vigneti e alla capacità di accogliere il turista e di trasportarlo in un viaggio alla scoperta delle eccellenze della sua tavola e dello stare insieme.
Testo/Monica Guzzi – Foto/Consorzio Piemonteland