La Val Staffora, nell’Oltrepò pavese, è una valle appenninica percorsa dal fiume omonimo che dalla pianura lombarda si incunea nell’Appennino, nel punto in cui diversi passi (Staffora, Penice, Brallo e Giovà) mettono in comunicazione quattro diverse regioni: Lombardia, Emilia, Toscana e Liguria. Un tempo, e per parecchi secoli, è stata percorsa lungo quella che veniva chiamata “la via lombarda del Sale”, da immani carovane di muli stracarichi di mercanzie, trasportate tra la Pianura Padana ed il Mar Ligure-Tirreno e viceversa. E con le merci, si sa, viaggiavano uomini, nozioni, idee. Possiede un ingente patrimonio di antichi balli e di musica suonata con strumenti un po’ particolari, come il piffero appenninico, la fisarmonica e la cornamusa. Fuori dal suo territorio la Val Staffora risulta nota, soprattutto, per due peculiarità assai diverse tra di loro: il ruolo storico svolto dalla nobile famiglia medievale dei Malaspina, e la produzione dello squisito salame di Varzi, tra i più preziosi e costosi dei salumi.
I Malaspina sono una potente ed articolata famiglia, tanto importante da essere anche citata da Dante nel Purgatorio, feudatari fin dall’epoca post-romanica di un ampio territorio montuoso a cavallo delle quattro regioni, dalle coste liguri alla Lunigiana fino al val Staffora, sovrani dal XIII sec. della Lunigiana e dal XV signori anche di Massa e Carrara. Sono pochi gli eventi storici di quell’epoca che non li videro come protagonisti. In Val Staffora ebbero come base dapprima la rocca di Oramala, potente fortilizio ubicato su uno sperone roccioso a 758 m di quota, costruito fin nel lontano X sec. divenne ben presto un faro di cultura per la frequente presenza di trovatori e di poeti provenzali; nel 1474 venne fortificata con una torre centrale e muri spessi ben 2,4 m per resistere anche ai tiri dell’artiglieria. Nel 1743 passò ai Savoia, quindi pian piano cadde in declino. Il borgo medievale ai suoi piedi risulta uno dei più belli d’Italia. Dal 1275 Varzi, al centro di una conca della val Staffora già noto fin dal 993 come possedimento dell’abbazia di Bobbio , divenne una delle capitali del marchesato dei Malaspina, trasformandola in una ricca cittadina dedita ai commerci, all’artigianato ed ai servizi legati al transito di persone e merci lungo la Via del Sale. Ma divenne al tempo stesso anche artefice e custode dell’incrocio di saperi, sapori e tradizioni che ancora oggi costituiscono la peculiarità di questo territorio.
Il salame DOP rappresenta l’altra risorsa ad aver reso famosa Varzi, se non proprio nel mondo quanto meno in Italia, grazie al particolare microclima della val Staffora che ne consente una perfetta stagionatura naturale. Quest’insaccato realizzato secondo un preciso disciplinare utilizzando tutte le parti migliori del maiale, sembra risalire addirittura all’epoca longobarda (II-VI sec.); di certo veniva già utilizzato dal XII sec. sulle tavole dei Malaspina, nonché come strumento diplomatico per regali ed ambascerie. La sua peculiarità risulta costituita dalla carne magra rosso rubino, in percentuale non inferiore al 70 % rispetto ai grassi, alla lunga stagionatura naturale ed alla forte perdita di peso, capaci di giustificarne il costo elevato. Il salame rappresenta la punta di diamante di un eccellente gastronomia locale, dove figurano il brasato, i ravioli alla varzese con ripieno di brasato tritato, le lumache, il merluzzo con cipolla, lo schiaccio (frittelle in padella), trippa, zuppa di ceci, torta salata di riso al forno, torta di mandorle, ecc.
Calix, benemerita associazione ricreativa culturale promotrice tutto l’anno di un intenso calendario di escursioni guidate tematiche, tese alla valorizzazione delle emergenze artistiche, storiche, naturalistiche ed enogastronomiche del territorio, propone per domenica 30 settembre 2018 una camminata in partenza dalla rocca di Oramala (visita guidata del castello), quindi discesa di un’ora tra coltivi e prati che si alternano a boschetti misti di castagni, querce, carpini e frassini dove risulta ancora possibile avvistare caprioli e cavalli al pascolo, fino a Varzi, città murata con un fascino tutto suo, in quanto costituisce uno dei rari esempi italiani di borgo ad ordini di portici sovrapposti, che conserva intatto il proprio impianto originale medievale. L’impressione risulta tutta particolare, in quanto pur essendo in pieno Appennino, grazie ai colori delle case ed al clima si ha l’impressione di essere in un borgo della costa ligure.
A Varzi si andrà a “lezione di salame” nella suggestiva sede storica di un noto salumificio, per conoscere i processi che portano al prodotto simbolo della località e del potere mercantile dei Malaspina, assieme ad altre specialità della cucina autoctona, accompagnati dai migliori vini bianchi e rossi dell’Oltrepò pavese. Prenotazione obbligatoria entro il 28 settembre, quota con pasto 35 euro, bambini fino ad 8 anni 15, pranzo compreso.
Info: Calix, www.calixturismo.blogspot.it,
calixturismo@gmail.com https://www.facebook.com/events/1929806103725758/ –
tel. 349 55 67 762 e 3475 89 48 90.
Testo/Giulio Badini – Foto /Google Immagini