In primavera ci siamo occupati dei varani indonesiani (Stop al turismo a Komodo, si rubano anche i draghi, di Giulio Badini, 17 aprile 2019) per segnalare come l’eccessiva pressione di visitatori, passati da 44 mila nel 2008 a ben 176 mila nello scorso anno, con conseguente profonda alterazione dell’habitat e dei comportamenti aggressivi dei grandi sauri suoi ospiti endemici, avesse spinto le autorità locali a decretare la sospensione assoluta temporanea delle visite nel parco nazionale dell’isola di Komodo, una delle maggiori attrattive turistiche e naturalistiche dell’Indonesia e di tutto il Sud-est asiatico, ubicato tra le più note Bali e Lambok ad ovest e di Flores ad est, dal 1991 sito patrimonio dell’umanità Unesco, riserva della Biosfera Unesco ed infine considerato come una delle 7 nuove meraviglie naturali del mondo moderno.
Ora, al posto della drastica chiusura totale, che avrebbe comportato sconquassi non indifferenti all’economia nazionale, all’occupazione ed al turismo, le autorità hanno deciso una più saggia e razionale regolamentazione degli accessi, con l’intento di salvare contemporaneamente capre e cavoli, le esigenze della conservazione ecologica con l’apporto economico prodotto dai turisti. E’ stato pertanto deciso per l’istituzione di due tipi diversi di visite agli enormi sauri: una contingentata negli accessi ed a numero chiuso, con prenotazione obbligatoria anticipata, ai varani dell’isola centrale di Komodo, ad un prezzo elevato fino a 1.000 dollari per persona (rispetto agli attuali 10 dollari), ed una più libera agli esemplari presenti sulle restanti isole periferiche del parco, ad un costo assai più contenuto.
I varani di Komodo – Varanus komodoniensis – vengono considerati tra i maggiori sauri rimasti sulla faccia della terra, dei giganteschi lucertoloni lunghi fino a 3 m e ad 80 – 100 kg di peso, dalla pelle squamata e con enormi lingue biforcute con le quali esplorano il territorio, camminano velocissimi – nonostante la loro notevole mole – sospesi su arti possenti e con una coda equilibratrice usata come una clava a menar fendenti supplementari ed a spaventare i nemici. Oltre ad essere poco gradevoli dal punto di vista estetico, a metà strada tra dinosauri bassotti e draghi delle leggende medioevali, questi rettili semi-preistorici hanno anche un pessimo carattere, soprattutto da giovani, tanto da essere qualificati come gli animali più aggressivi e feroci in assoluto, capaci di affrontare prede assai più grosse di loro, come bufali ed uomini, ben consapevoli e sicuri della loro vittoria a priori.
Il guaio per questa specie a rischio di estinzione, presente con non più di 5.000 esemplari in tutto, di cui 2.300 protetti dal parco nazionale delle isole di Komodo ed in altre minori delle Piccole Isole della Sonda su una superficie complessiva grande come otto volte l’isola d’Elba, risiede nell’annoverare “soltanto” 250 femmine attive. L’interesse per questi animali retaggio della preistoria è cresciuto in maniera esponenziale in questi ultimi anni, fino a portare il numero di visitatori del parco ad un livello insostenibile.
Vengono considerati gli eredi residui di una popolazione di animali di taglia ancor maggiore, estintasi a fine del Pleistocene, diffusa tra Indonesia ed Australia. Oggi vive in un ristretto areale tra foreste tropicali e zone fluviali in alcune isole dell’arcipelago della Sonda. La sua spavalda ferocia lo porta ad attaccare anche prede grandi ben cinque volte più di lui, consapevole del fatto che alla fine l’avrà vinta lui. Si muove lentamente, quasi handicappato e disinteressato, per poi attaccare rapido e fulmineo la preda designata, sbranandola con le unghie aguzze ed i denti affilatissimi. Ma la vera arma segreta e letale risiede nella saliva e nel sangue, sotto forma di un antibiotico velenifero (passatemi l’espressione poco accademica), capace di condurre in poche ore la vittima alla morte. Gli studiosi stanno esaminando le proprietà di quest’arma, nella speranza di riuscire a mettere a punto un nuovo tipo di antibiotico, assai più potente degli attuali. Ed i varani – chiamati anche draghi – sanno aspettare, inseguendo pazientemente le loro prede per giorni e giorni, fino all’esito scontato.
I varani sono buoni nuotatori, arrivano a percorrere 10 km al giorno ad una velocità di crociera di 20 km/h e fiutano l’odore della carne a 5 km di distanza. Attaccano cervi, cinghiali, bufali, ed in caso di necessità anche uomini, dapprima restando immobili e mimetizzati, poi scattando come saette sulla preda; riescono a divorare prede pari all’ 80 % del loro peso, di cui non lasciano nulla di commestibile, zoccoli ed ossa comprese. Con la lunghissima lingua biforcuta, saettante come una vipera, tastano il terreno in cerca di tracce. Sconosciuti dalla scienza fino al 1912, ma ben presenti nei miti ancestrali locali, si riparano in tane e le femmine fanno le uova entro nidi abbandonati da uccelli. Curiosamente, oltre alla riproduzione sessuale normale, questi sauri in cattività possono riprodursi anche senza consumare rapporti sessuali, nel qual caso però nascono soltanto esemplari maschi. Infine, oltre a spazzini di cadaveri, sono pure cannibali, tanto che i giovani sono costretti a vivere i loro primi tre anni sugli alberi della foresta tropicale, per non essere divorati dagli adulti affamati. Sono anche longevi, potendo vivere fino a 65 anni, e da anziani diventano meno irruenti ed aggressivi.
Il parco nazionale di Komodo si estende per 1.817 kmq, per un terzo su isole collinari vulcaniche dall’incredibile morfologia assai tormentata, dove oltre ai draghi protegge la foresta tropicale abitata da cervi, bufali e cavalli selvatici. Ma la maggior ricchezza in biodiversità risiede in un mare stupendo, ben noto agli appassionati di immersioni ed attrezzato con una quarantina di diving attivi; sott’acqua si possono infatti incontrare animali davvero strani come dugonghi (all’origine del mito delle sirene) e poi squali balena, pesci luna, mante giganti, enormi razze, ippocampi bargibanti, pesci pipa, pesci rana pagliaccio, nudibranchi, piovre, spugne, tunicati e coralli. Il clima offre due stagioni preminenti: piogge tra novembre e maggio, secco tra giugno ed ottobre.
Info: Indonesia Tourist Promotion, c/o Ambasciata Repubblica di Indonesia, Roma,
www.kremin.goid/rome – indorom@uni.net – tel. 06 42 00 911 –
Testo/Giulio Badini – foto/Google Immagini