Due treni (o due pullman turistici) si scontrano in Spagna (o in qualsiasi altra parte del mondo), terroristi compiono un sanguinoso attentato a Londra o al Cairo o a New Delhi, una barca di turisti si rovescia nelle Filippine, un’alluvione devasta la Cina o il Bangladesh, un forte terremoto colpisce Haiti, la Turchia o il Giappone. E l’elenco potrebbe continuare a lungo, con un numero imprecisato ma rilevante di morti, feriti e anche dispersi. Succede tutti i giorni nel mondo, e può capitare che coinvolga anche viaggiatori stranieri perché, come ricorda il proverbio, la fortuna è cieca (ma la sfiga ci vede benissimo). Dopo poche ore dalla divulgazione della notizia, l’Unità di Crisi della Farnesina (cioè il palazzo a Roma dove ha sede il nostro Ministero degli Esteri) è in grado di rassicurare la stampa che nessun cittadino italiano risulta coinvolto, oppure in caso contrario di fornirne nome e cognome. Visto che neppure loro possiedono indovini o sfere di cristallo, sorge lecita la domanda:come fanno ?
Domanda semplice, risposta complessa e articolata, ma importante. In parte a fornire i dati sono gli stessi viaggiatori prima di partire, oppure per loro i tour operator che ne hanno organizzato le trasferte (ma soltanto quelli più seri), attraverso l’apposito servizio allestito dalla Farnesina “Dove siamo nel mondo” e poi, in alternativa, le compagnie aeree, i tour operator e le polizie locali o le autorità consolari che hanno concesso i visti (dove servono), ma ovviamente in questi casi le ricerche richiedono tempi molto maggiori, e se invece occorrono interventi rapidi si rischia di pregiudicarne il buon esito. Ad esempio, durante il forte terremoto che ha colpito il Nepal nel 2015 c’erano in giro per il paese parecchie centinaia di connazionali, soprattutto trekker e alpinisti sparsi negli angoli più remoti; quelli registrati sono stati contattati subito e rimpatriati in fretta, per gli altri sono occorsi giorni e settimane anche soltanto per individuarli, e non debbono essere stati giorni piacevoli, anche se incolumi, in un terra montuosa totalmente distrutta, senza cibo, acqua, riparo e trasporti, e magari anche senza i tre presupposti fondamentali per ogni viaggiatore: soldi, passaporto e biglietti aerei.
La cosa funziona più o meno così. Una parte del palazzo della Farnesina risulta occupata dall’Unità di Crisi, uno stanzone con alle pareti tanti monitor sintonizzati sui principali telegiornali internazionali, con al centro un grande tavolo pieno di pc, telefoni e personale multilingue, in contatto giorno e notte e per 365 giorni all’anno con le ambasciate ed i consolati italiani sparsi sulla terra, per essere immediatamente informati e con notizie complete che vanno al di la delle versioni ufficiali di ogni avvenimento saliente occorso, soprattutto se può vedere coinvolti cittadini italiani. Ma per funzionare bene e in fretta i cittadini italiani che si recano all’estero, ovunque vadano perché incidenti, catastrofi ed attentati possono avvenire ovunque, da Nizza a Lubiana, e per qualsivoglia motivo (turismo, lavoro, religione, cooperazione internazionale, media, sport, scuola/ricerca, ecc.) dovrebbero utilizzare un apposito servizio predisposto dall’Unità di Crisi, vale a dire il “Dove siamo nel Mondo”, un’iniziativa poco utilizzata perché ancor meno conosciuta. Si tratta, prima di partire, di informare con una telefonata o un’e-mail l’Unità, fornendo i nostri dati, telefono ed e-mail, date di arrivo e di partenza ed itinerario sintetico.
Il tutto facile, elementare e sicuro, perché due giorni dopo il rientro tutti i dati vengono cancellati in automatico. Quasi un’assicurazione gratuita sulla sicurezza dei nostri viaggi al di fuori dei patri confini. Se succede qualcosa dove siamo, Roma è in grado di contattarci in pochi minuti, fornendoci indicazioni e suggerimenti, o aiutarci in pratica in caso di necessità, o anche soltanto di tranquillizzare noi e i nostri famigliari a casa. Uno dei pochi fiori all’occhiello per il paese, preso come modello anche da altre nazioni. Come ben insegna il proverbio, sappiamo tutti quanto sia però assai più utile prevenire che reprimere. Non a caso l’Unità di Crisi italiana, assieme al servizio “Dove siamo nel mondo” ha infatti realizzato anche il “viaggiare Sicuri”, una pagina web molto dettagliata e aggiornata costantemente sulla sicurezza di tutti i paesi del mondo, che ogni viaggiatore dovrebbe consultare attentamente prima di partire, anzi prima di decidere un viaggio in nazioni non proprio tranquille. Per ogni paese vengono forniti dati geografici, indirizzi di ambasciate e consolati, il meteo, informazioni utili generali, indicazioni per operatori economici, documenti necessari per entrare, sicurezza, situazione sanitaria e vaccini obbligatori o consigliati, come muoversi all’interno, fattori di rischio, approfondimenti e link utili collegati.
La sua lettura può risultare parecchio illuminante circa la sicurezza dei visitatori, soprattutto nei paesi del terzo mondo, notizie che difficilmente potrete trovare sui cataloghi patinati delle agenzie di viaggi. Può essere anche utile sapere che, in caso di rischi consistenti per la sicurezza dei viaggiatori italiani in specifiche nazioni, la Farnesina pubblica “uno sconsiglio” relativo a quella specifica destinazione, vale a dire il palese invito a non andare. Ebbene, se un turista compera un viaggio da un tour operator in una meta coperta da sconsiglio, e tale viaggio va male, al rientro ha il diritto di richiedere la restituzione di quanto pagato, oltre al risarcimento dei danni materiali e morali. Quasi meglio di un’assicurazione sul viaggio, comunque sempre consigliabile. Per entrambi i siti esiste la possibilità di scaricare app con i numeri di telefono ed e-mail di ambasciate e consolati, nonché i numeri di emergenza locali come polizia, soccorso sanitario e vigili del fuoco. Uomo avvisato… con quello che segue.
Info: www.dovesiamonelmodo.it, www.viaggiaresicuri.it, unita.crisi@esteri.it, tel. 06 36 225, 06 36 911.
Testo/Giulio Badini – Foto/Google Immagini