Da oltre mezzo secolo all’inizio della primavera il mondo del vino e dei distillati si ritrova a Verona per il Vinitaly, International Wine & Spirits Exhibition, la manifestazione del settore enologico più importante in assoluto per superficie espositiva e per numero di operatori stranieri presenti, nonché per il concorso di vini più selettivo del pianeta, quest’anno in programma dal 9 al 12 aprile 2017 negli accoglienti padiglioni di Veronafiere, in abbinamento con alcune altre importanti manifestazioni settoriali come Sol&Agrifood, rassegna sull’olio extravergine di oliva e sull’agroalimentare di qualità, ed Enolitech, salone sulle tecnologie di produzione per il settore vino e olio. Inoltre, con continuità all’edizione dello scorso anno che festeggiava il 50° anniversario di fondazione, una parte – quella rivolta principalmente ai consumatori finali – si trasferisce con il fuori salone nel Vinitaly and the City, in diversi edifici e locali nel centro storico cittadino, con l’aggiunta quest’anno di una puntata anche a Bardolino, sulla sponda veronese del lago di Garda, terra di produzione dell’omonimo rosso.
L’edizione dello scorso anno ha registrato la partecipazione di 4.611 aziende espositrici, con 131 mila operatori presenti (dei quali 49 mila esteri), 28 mila buyer specializzati in rappresentanza di 140 diverse nazioni, 2.110 giornalisti accreditati, oltre 5.000 incontri b2b fissati nelle agende degli operatori. L’edizione 2017, che presenta come novità assolute la partecipazione per la prima volta di Giappone, Andorra e Kosovo, promette di registrare numeri in crescita, con una particolare attenzione rivolta a due enormi mercati in forte espansione, Usa e Cina. Il salone si divide quest’anno in 4 settori: Vinitalt Bio, dedicato alla produzione del biologico certificato; ViVit, per i vini artigianali delle piccole aziende; VinInternational, rivolto ai produttori esteri e infine VIA – Vinitaly Internazional Academy per le degustazioni guidate di vini e distillati ripartiti per aziende, per territorio vinicolo, per consorzi e per regioni o nazioni.
Durante il salone si svolgeranno numerosi convegni e tavole rotonde tematiche, oltre alla presentazioni di diversi libri dedicati al vino, come quello su Barolo & Barbaresco, quello sul Riesling e infine quello, importante, dedicato al mezzo secolo di storia del Vinitaly, da quando nacque nel settembre del 1967 per iniziativa di alcuni intraprendenti produttori locali come Giornate del Vino. Tra le fiere in abbinata ricordiamo Tasting Ex…press, presentazione di vini stranieri di diverse nazioni in collaborazione con prestigiose riviste internazionali del settore, poi Sol&Agrifood, rassegna internazionale agroalimentare dedicata a salumi, formaggi, oli e birre artigianali, con le peculiarità esclusive della produzione nostrana, e infine Enolitech, salone internazionale per le tecniche di viticoltura, enologica, tecnologie olivicole ed olearia. Vinitaly and the City, dedicato ai wine lover, propone incontri, spettacoli e tante degustazioni di vino e di cibo tra arte, storia e cultura, a prezzi popolari. La scorsa edizione ha visto la partecipazione attiva di 30 mila utenti. Se al Vinitaly non si muore certo di sete, non si soffre neppure la fame, grazie ad una serie diversificata di ristoranti di tutti i tipi e per tutte le tasche, da farne per quattro giorni una vera cittadella della miglior gastronomia nostrana. In ossequio al binomio wine & food.
Nel 2013 nel mondo sono stati prodotti 281 milioni di ettolitri di vino, ma l’ 85 % risulta appannaggio di soli dieci paesi, guidati rispettivamente nell’ordine da Italia, Francia, Spagna, Usa e Argentina, a riprova del fatto che il vino viene prodotto e consumato soltanto in un numero limitato da nazioni. I maggiori importatori sono Regno Unito, Usa, Germania, Canada e Cina. Negli Usa il vino italiano di gran lunga più venduto, ad un prezzo medio di 5,86 euro a bottiglia, risulta essere il Pinot grigio, seguito a notevole distanza dal Prosecco e dal Chianti; in Gran Bretagna il Pinot è invece seguito da Garganega e Sangiovese, mentre in Germania dopo il Prosecco viene il Chianti. Secondo l’Osservatorio del Vino, nel 2016 l’export italiano sarebbe cresciuto del + 4,3 % rispetto all’anno precedente, per un volume d’affari complessivo di 5,6 miliardi di euro, con i vini di qualità a + 10,5 e il Prosecco addirittura ad un lusinghiero + 32 %. In compenso alcuni rossi di elevata qualità come Amarone, Barolo, Brunello e Chianti classico avrebbero registrato una preoccupante contrazione nelle vendite, pari al – 4,5 %.
Un’indagine fatta tra i frequentatori del Vinitaly, non so quindi quanto rappresentativa dell’intera popolazione italiana, ha rivelato che il 44 % degli uomini consumano vino tutti i giorni, mentre il 42 % delle donne soltanto tre volte a settimana, soprattutto in occasione di aperitivi. Gli uomini tendono a bere maggiormente in casa, le donne fuori. Mentre gli uomini preferiscono in maggioranza i rossi importanti corposi, invecchiati e barricati, le donne sono attratte di più dalle bollicine dei bianchi frizzanti. Le regioni enologiche prescelte sono Veneto, Trentino, Piemonte e Toscana. Checchè se ne dica, gli anziani infine bevono più dei giovani, di entrambi i sessi.
Info: www.vinitalyandthecity.com, www.vinitaly.com/it/eventi2017/calendario/ www.vinitaly.com/it
TerreIncogniteMagazine – Foto Google